Riccardo Muti, direttore
Maurizio Pollini, pianoforte
Evento passato
22 novembre 2020
Sala Teatro
Domenico Cimarosa
Sinfonia dell'opera Il matrimonio segreto
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in si bemolle maggiore, K 595
Franz Schubert
Sinfonia n. 3 in re maggiore, D 200
Riccardo Muti e Maurizio Pollini
Non c’è dubbio: leggere i nomi di Riccardo Muti e Maurizio Pollini nella locandina dello stesso concerto evoca un solo sentimento: sarà una serata memorabile! LuganoMusica mette insieme il decano dei pianisti e quello dei direttori italiani – musicisti fra i massimi della scena mondiale nell’ultimo mezzo secolo – con le nuove leve dell’Orchestra Cherubini, l’orchestra giovanile fondata da Muti nel 2004, sempre più interessante, sempre più perfetta. È un concerto che sembra fermare in un fotogramma un pezzo di storia musicale: Pollini e Muti si sono conosciuti a Milano, esibendosi insieme non ancora trentenni, poi l’invito di Herbert von Karajan a esibirsi con i Berliner Philarmoniker, era il 1971, e ancora a Philadelphia, alla Scala. Da allora i due musicisti hanno raggiunto le vette più alte della loro carriera. Le occasioni per continuare a fare musica insieme però sono state meno di quanto si potesse auspicare, al punto che il loro nuovo incontro appare come un atteso ritorno.
≪Una dimostrazione delle capacità sinfoniche di autori italiani che si sono dedicati principalmente all’opera e le cui qualità strumentali e sinfoniche spesso sono state messe in secondo piano. Queste pagine, estrapolate dall’opera, mostrano le qualità di compositori che in genere sono ricordati per “Vincerò, vincerò, vincerò”≫ dice Riccardo Muti che ha scelto l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini per dipingere tutti i colori sinfonici della musica della cosiddetta “Giovane scuola”: Alfredo Catalani, Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo, Giacomo Puccini e Umberto Giordano. Un virtuoso percorso di riscoperta del repertorio italiano che vede in Riccardo Muti uno dei principali protagonisti, come già era accaduto per la valorizzazione di quella Scuola napoletana in cui l’Ouverture da I due Figaro di Saverio Mercadante perfettamente si inscrive. Senza dimenticare la cantabilità crepuscolare e sensuale di Giuseppe Martucci, compositore amato da Arturo Toscanini e nella cui musica Gian Francesco Malipiero riconobbe l’inizio del rinnovamento della musica non operistica italiana.